tag:blogger.com,1999:blog-40197162439917051702024-03-05T20:03:36.585-08:00Renato Nenci BlogRenato Nenci blog.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.comBlogger125125tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-40097189182303175242013-09-12T11:16:00.001-07:002013-09-12T11:18:06.840-07:00LA PERGAMENA DI CHINON<h5 class="uiStreamMessage userContentWrapper" data-ft="{"type":1,"tn":"K"}">
<span class="messageBody" data-ft="{"type":3,"tn":"K"}"><span class="userContent"><br />
<span style="font-weight: normal;">L’atto di Chinon dichiara i Templari non prosciolti bensì assolti....
La monarchia francese reagì innescando un vero meccanismo di ricatto che
costringerà in seguito Clemente V all’ambiguo compromesso sancito nel
1312 durante il Concilio di Vienne: non potendo opporsi alla volontà del
re di Francia Filippo il Bello che imponeva l’eliminazione dei
Templari... il papa rimosse</span> <span style="font-weight: normal;"><span class="text_exposed_show">l’ordine
dalla realtà del tempo senza condannarlo né abolirlo, ma piuttosto
isolandolo in una specie di “ibernazione” grazie ad un abile artificio
del diritto canonico. <br /> Dopo aver dichiarato espressamente che il
processo non aveva provato l’accusa di eresia, Clemente V sospenderà
l’ordine dei Templari in via di una sentenza non definitiva dettata
dalla superiore necessità di evitare un grave pericolo alla Chiesa.<br />
Dalla vicenda emerge anche una nuova figura di Clemente V, solitamente
visto come il cappellano di Filippo il Bello.... L'Ordine del Tempio è
un pezzo della Chiesa di Roma. Il papa che non poteva acconsentire che
venisse distrutto per sottrargli beni da utilizzare in una guerra contro
un altro sovrano cattolico re di Inghilterra. Era impossibile. Clemente
V ha subito il processo contro l'Ordine dei templari, che in realtà fu
sacrificato per evitare l'apertura di uno scisma che avrebbe portato
alla formazione della Chiesa di Francia.</span></span></span></span></h5>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-30204647823450501362013-06-23T05:28:00.000-07:002013-06-23T05:30:00.093-07:00IL SOLSTIZIO D'ESTATE E LA NOTTE DEL 24 GIUGNO O NOTTE DI SAN GIOVANNI<h2 style="text-align: center;">
Il Solstizio d'Estate e la notte del 24 Giugno </h2>
<h2 style="text-align: center;">
o notte di S. Giovanni</h2>
<div class="citazione">
<b>Solstizio</b>: </div>
Il sole in questo periodo sembra fermarsi, sorgendo e tramontando
sempre nello stesso punto sino al 24 giugno (per quello invernale
il 25 Dicembre) quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente
sempre più a sud sull'orizzonte (a nord per quello invernale).
<br />
La notte di S. Giovanni, il 24 giugno appunto, rientra nelle celebrazioni
solstiziali; il nome deriva dalla religione Cristiana,
perche' secondo il suo calendario liturgico vi si celebra San Giovanni
Battista (come il 27 dicembre S. Giovanni Evangelista).<br />
In questa festa, secondo un'antica credenza il sole (fuoco) si sposa
con la luna (acqua): da qui i riti e gli usi dei falo' e della rugiada,
presenti nella tradizione contadina e popolare. Non a caso gli attributi
di S. Giovanni sono il fuoco e l'acqua, con cui battezzava... una
comoda associazione, da parte del cristianesimo, per sovrapporsi alle
antiche celebrazioni...<br />
Cosi' nel corso del tempo, c'e' stato un mischiarsi di tradizioni
antiche, pagane, e ritualita' cristiana, che dettero origine a credenze
e riti in uso ancora oggi e ritrovabili perlopiu' nelle aree rurali.
<br />
<b>La divinazione </b>
<br />
La notte di s. Giovanni e' legata a tantissime forme di divinazione,
utilizzando come base acqua e/o piante. Le divinazioni piu' famose
vertevano sull'indovinare qualcosa del proprio futuro amoroso e matrimoniale.
<br />
Qui di seguito eccone alcune:<br />
Le ragazze da marito, se vogliono conoscere qualcosa sulle
loro future
nozze, dovranno, la sera della vigilia del 24 giugno,
rompere un uovo
di gallina bianca e versarne l'albume in un bicchiere o un
vaso pieno
d'acqua, poi lo prenderanno e lo metteranno sulla finestra,
lasciandolo esposto
tutta la notte alla rugiada di S. Giovanni. Il mattino
successivo, appena levato il sole, si prendera' il bicchiere,
e attraverso le forme composte dall'albume nell'acqua, si
trarranno
auspici sul futuro matrimonio.<br />
Oltre all'uovo poteva venir impiegato il piombo fuso: versato nell’acqua
si raffreddava velocemente e dalla forma assunta si traevano previsioni
sul mestiere del futuro marito. <br />
Vi e' anche una versione di questo metodo che al posto del piombo
prevedeva l'utilizzo dello zolfo.<br />
Qui invece abbiamo una divinazione con forme vegetali: i cardi. Presi
due, di grandi dimensioni gli si bruciacchiava la testa, poi si mettevano
in un recipiente sul davanzale della finestra, uno con il capo rivolto
verso l’interno, l'altro verso l’esterno. Se al mattino
uno dei cardi era ritto sullo stelo, la ragazza interessata entro
l’anno si sarebbe sposata; se il cardo era quello interno, con
uno del proprio paese, se quello verso l'esterno, allora si sarebbe
maritata con uno di fuori.Un altro sistema con i cardi prevedeva di bruciarne la corolla e
lasciarla tutta la notte fuori della casa. Al mattino occorreva osservarla
attentamente: se appariva di colore rossastro era segno di buona sorte
ma se appariva nera era indice di sicura sfortuna.
<br />
C'era anche un sistema con le fave. La sera del 23 le giovani nubili
dovevano prendere tre fave: una intera, una sbucciata e la terza rotta
nella parte sopra, e metterle sotto il cuscino al momento di andare
a dormire. Durante la notte dovevano prenderne una a caso: se prendevano
quella intera, buona sorte e ricchezza, la mezza poca sorte e quella
sbucciata, cattivo auspicio.<br />
Per terminare questa succinta carrellata di usi legati al
solstizio
e alla notte del 24 giugno (sono veramente molti, diffusi in
tutta Italia e oltre), segnalo l'usanza di mangiare le lumache per San
Giovanni.
Il significato di questo gesto e' legato perlopiu' alle
corna delle
lumache (che oltretutto simboleggiano la luna e il suo ciclo di crescita/decrescita,
rappresentato dalle cornine). Per cui, ogni lumaca mangiata, e quindi
cornetto, si ritiene che sia scongiurato un malanno... cosi' come
il rischio di "corna" in casa.<br />
<br />
Buon Solstizio<br />
<br />
<br />.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-60036381126978771182013-02-14T10:28:00.002-08:002013-02-14T10:28:33.549-08:0014 FEBBAIO, PERCHE’ SAN VALENTINO?<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
14 FEBBAIO, PERCHE’ SAN VALENTINO?</div>
<div class="MsoNormal">
“Le fanciulle erano in numero di centosette, dopo la messa
usciurono di chiesa, ordinandosi in una lunga processione, baciavano i piedi al
papa e questi dopo aver impartito la benedizione, porgeva a ciascuna una borsa
di damasco bianco contenente una polizza. Quella che avesse trovato uno sposo
avrebbe ricevuto un dono di 35 denari e un abito bianco”. </div>
<div class="MsoNormal">
Così Mountin, il grande umanista francese, descriveva nel
1581, la consegna delle doti alle fanciulle povere di Roma, il giorno 14
febbraio, festa di San Valentino.</div>
<div class="MsoNormal">
Un rito in cui si radica, forse, una delle ragioni del Santo
Patrono di Terni, come protettore degli innamorati.</div>
<div class="MsoNormal">
Di Terni, Valentino fu il primo Vescovo nel II secolo d.C..
Fu martorizzato per decapitazione lungo la via Flaminia, tra Terni e Roma, il
14 febbraio del 273.</div>
<div class="MsoNormal">
La basilica del Santo, sorta per tradizione sulla cripta
paleocristiana dove fu sepolto dai discepoli, custodisce le sue spoglie
mortali, e in questa basilica il rito dell’invito al matrimonio, dei fidanzati,
si ripete ogni anno, unendosi alle delle coppie che festeggiano, invece il
mezzo secolo di vita in comune.</div>
<div class="MsoNormal">
“<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’amore cresce e deve crescere giorno per giorno. L’amore è vita, è
conquista, è dinamismo per cui dobbiamo continuamente crescere nell’amore di
Dio e dei credenti</i></b>.” </div>
<div class="MsoNormal">
Così ha suggerito, oggi, il parroco della Basilica di San
Valentino nella sua omelia, durante la messa dedicata “agli innamorati”.</div>
<div class="MsoNormal">
Nella metà degli anni settanta intorno alla manifestazione
in onore di San Valentino è sorta una fondazione, presieduta dallo scienziato
Antonio Zichichi, secondo il quale, la figura del patrono di Terni rappresenta,
anche in questo nuovo millennio rappresenta l’emblema della riconciliazione,
tra scienza e pace, nel segno dell’amore.</div>
<div class="MsoNormal">
Renato Nenci___________14 febbraio 2013____________________________________________</div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-80665882039915904142013-02-02T04:05:00.000-08:002013-02-02T04:05:33.896-08:00BOLSENA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Bolsena per quanto vicinissima alle correnti
turistiche, la città non si è ne compromessa ne degradata accettando con
prudenza quanto di meglio poteva offrirgli il progresso, ma rifiutando quanto
le avrebbe fatto, perdere della propria identità.</span>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">D’inverno sonnecchia come un piccolo paese, anche se
la quiete provinciale è appena animata da qualche sparuto gruppetto di
visitatori. In primavera la vita torna a fluire con intensità crescente, fino
al culmine estivo con una grande quantità di turisti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">I colli intorno alla città, fanno parte del “gruppo
montuoso” dei Volsini, sono ricchi di boschi ed in epoca etrusca erano il luogo
deputato a Centro Religioso dell’intero popolo dei Rasenna. Le querce, i
noccioli e i castagni spesso hanno affondato le loro radici su resti di antichi
insediamenti etruschi e romani.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">E’ questo un antichissimo centro sorto sulle pendici
delle soavi e sensuali colline che degradano dolcemente intorno all’omonimo
lago.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Bolsena è da sempre città protagonista di storie
strane, soprannaturali, teatro di grandi e divine vicende fin dall’età più
remota. Già al tempo di Salarco, dio etrusco dei boschi, questi indicò il luogo
come quello di raccolta e di preghiera per tutti i Sacerdoti etruschi.
Protagonista dell'ambiente naturale in cui si adagia, lo è anche per forme
artistiche di rilavante interesse ; depositaria di un patrimonio
eccezionale in cui la cultura dei secoli ha lasciato segni famosi. Il martirio
di Santa Cristina, giovane martire perseguitata da Diocleziano fu il primo dei
segni divini che ebbe la città. Il miracolo eucaristico del sangue di Cristo,
fu lo straordinario evento che cambiò la sua storia. I luoghi di tanta
straordinaria attenzione sono racchiusi tutti entro le stesse mura. Il
complesso architettonico che forma la cattedrale è distinto in tre nuclei e
comprende la piccola basilica, con annesse catacombe, dedicata alla santa, la
cappella del miracolo innalzata nel 1693 e un edificio romanico a tre navate
che ingloba tutto quanto. Ci sono poi altri fili, più sottili, meno divini, più
umani, impalpabili, di cui è intessuta l’identità di Bolsena, che compongono la
tela di ragno della sua storia e delle sue tradizioni. Partono da lontano,
quando l’intera area era nota “al mondo” come centro religioso dell’intera confederazione
Etrusca. Le notizie abbastanza vaghe, acquistano, poi, consistenza nel periodo
più antico, quando i reperti recentemente ritrovati, risalenti al IX secolo
a.c., indicano esplicitamente il primo insediamento.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Acqua pura, dolci vallate e boschi sempreverdi sono
i tre tasselli di un intreccio che, al pari di un mosaico, presentano immagini
molto lontane dalla quotidianità moderna, ma geograficamente molto vicine e,
che fanno di questo luogo un sito di trasognata idilliaca beltà.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Per arrivare a Bolsena si lascia il monotono
susseguirsi delle colline che fanno da cornice alla consolare Cassia, per
addentrarsi in un mondo diverso. Il nastro di asfalto che ci lasciamo alle
spalle si snoda cingendo in un abbraccio i monti Volsini ricoperti di uliveti e
alberi da frutto, nonché da vigneti, grandi quanto fazzoletti e, così ben
squadrati da sembrare usciti da un trattato di geometria. Un altro tornante e
ci si tuffa nella storia ed è come entrare in un mondo rovesciato, dove si può
ancora “ascoltare il silenzio” ; sembra essere entrati in un’atmosfera
inquietante, sovrannaturale, dove tutto è a misura d’uomo e non viceversa. E
tutto sembra irreale, come in un luogo delle favole.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Le erte stradine che salgono verso la Rocca, sono un gomitolo di
scorci assolutamente unici. Lievi logge in cotto e pietra, arcate aeree,
colonne sono come quinte d’una scenografia teatrale su un palcoscenico dove
ogni giorno si replica la stessa commedia di sempre. Cercare di visitarle è
come ripercorrere i sentieri più spettacolari della storia ed è come uscire dai
testi classici e leggere la cronaca di Bolsena sui muri, sulle grate delle
finestre, sui portali, sulle pietre calpestate. Scopriamo la città non solo nei
suoi scorci più noti e ufficiali, ma anche in quelli di solito evitati,
volutamente dimenticati, imbarazzanti, per alcuni, nella loro rozza
trasgressività, eppure non per questo meno vivi e reali. Scopriamo, allora, di
avere percorso non solo le vie più larghe e pulite, ma anche vicoli sporchi e
stretti. D’avere spinto lo sguardo non solo all’interno di stanze ben arredate
e luminose, ma anche in “fondi” scuri e sudici, che poi è il modo migliore di
conoscere una città.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Il retaggio di antiche usanze e superstizioni,
ancora fervido, rivivono oggi, attraverso le rievocazioni che alla solitudine e
al pianto uniscono le interpretazioni dei sentimenti più intimi dell’uomo. Così
come la rappresentazione festosa del Corpus Domini e delll’Infiorata, intreccio
di credenze religiose e pagane che si fondono nell’interpretazione della gente.
L’Ostensorio, con l’ostia consacrata, è portato in processione per le vie del
paese antico, ricoperte da un chilometrico tappeto di petali di fiori che
raffigurano la passione di Nostro Signore. E questo perché la sacra reliquia
non calpesti le “pagane pietre”.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Percorrendo le lastricate ed erte strade di Bolsena si raggiunge il
Castello del XIII secolo, edificato da Papa Urbano IV con le pietre dell’antica
Bisentium, la cui Acropoli e poco distante. La fortificazione, snella e con un
disegno architettonico slanciato e lieve, fa da contrappunto alla Chiesa che le
sta di fronte, la cui facciata in stile romanico in pietra bianca manda
bagliori esaltanti. Il castello è oggi sede del museo cittadino, piccolo ma
considerato tra i più interessanti ed importanti della zona. Eccezionale per la
sua collezione archeologica etrusca, risalente al periodo arcaico e a quello
dell’età del bronzo. Di particolare rilevanza storico-artistica i reperti
votivi, intelligente l’impostazione didattica che gli è stata data.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">E’ dai muri di ronda del castello che, sia nell’ora
dorata del tramonto o nel fulgore del meriggio o nella brillantezza del mattino
si può ammirare il lago, in tutto il suo splendore, ed al centro di esso le sue
piccole isole. La più grande, dove sopravvive un bosco di macchia mediterranea,
ospita il Palazzo Farnese attribuito ad un progetto di Antonio da S. Gallo il
Giovane. La più piccola, nata dal bordo superiore di un cratere minore, è
disabitata. L’intero lago formatosi sul cratere di un vulcano spento è ricco di
molte specie di pesce, tra cui spicca il Coregone, da vago sapore di spigola.
Con i suoi 114 Kmq. ed il perimetro di 43 Km. È il lago più grande le Lazio e il
quinto d’Italia. Una strada lo costeggia costantemente, per 60 chilometri,
rasentano le sue rive e i crinali delle colline. Intorno a questo lago nascono
itinerari veramente unici a tratti fiancheggiati da panorami spettacolari e a
tratti impervi. Non mancano scorci importanti, sui quali si incontrano altri
centri rivieraschi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Il lago di un celeste intenso non è inquinato e
permette una visibilità fino a 15
metri, le sue acque fanno da specchio alla luna in cielo
e alla fitta vegetazione delle rive, sembra impossibile, ma le sue acque sono
potabili.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">La cucina, di Bolsena, è genuina e pura, legata,
come di dovere, alla cultura lacustre, usa prodotti genuini tratti da una terra
fertile e generosa come quella delle sue colline. Qui l’arte culinaria è rozza,
ma ciò non vuol dire che i piatti siano poco saporiti, sono solo poco
elaborati, preparati con l’essenzialità che l’ambiente richiede. Per cucinare
si usa ancora oggi, come nei tempi antichi, la stessa acqua del lago. Nelle
trattorie più antiche, si può ancora gustare la “sbroscia”. Semplice, saporita
e poco elaborata zuppa di pesce lacustre e verdure. Se poi, il tutto è
annaffiato dal generoso vino bianco che producono le fertili colline dei
Volsini, non fa certo rimpiangere le fatiche della visita ad una città tutta in
salita.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"></span><span style="mso-tab-count: 1;"></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">RENATO NENCI<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></b></span>
</div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-81307622505155275962013-01-08T11:10:00.002-08:002013-01-08T11:10:58.839-08:00UOMO....TEMPLARE!<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoNormal">
<span class="textexposedshow">Uomo,</span> ti avverto,
chiunque tu sia.<br />
Tu che desideri sondare gli Arcani dei misteri Templari,<br />
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi<br />
non potrai trovarlo <span class="textexposedshow">nemmeno fuori.</span><br />
<span class="textexposedshow">Se ignori le meraviglie del tuo essere,</span><br />
<span class="textexposedshow">come pretendi di trovare altre meraviglie?</span><br />
Fratello <span class="textexposedshow">in te si trova occulto il Tesoro dei
Cavalieri Templari</span><br />
<span class="textexposedshow">Oh! Cavaliere conosci te stesso e conoscerai
l’Universo.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="textexposedshow">Renato Nenci-----------------08.10.2013--------------</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-570492711977896482012-12-29T10:10:00.000-08:002012-12-29T10:11:27.743-08:002012: LA STORIA DI UN ANNO...<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
Venerdì, 26 ottobre 2012 - Radicofani,</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
... quella giornata è rimasta lì impressa nella memoria, vissuta con una dolcezza
infinita, <br />
<div class="MsoNormal">
come 2 ragazzini al loro primo incontro sotto la tenerezza di uno sguardo, senza
forte passione, ma la spontaneità di essere lì senza pensieri né ripensamenti.<br />
Una scelta segnata, senza domande e senza esigere risposte<br />
Nell’incantesimo di un nulla eppure … appena percepito e già approvato.<br />
Nell’incanto di silenzi senza parole, tacitamente muti consapevoli solo di
trovarci li. <br />
Sguardi increduli che ci sfiorano, uno stringersi la mano per trasmettere
calore. Il cuore che ruba momenti, sappiamo che durerà poco e il mondo
tutt’intorno tacito osserva.<br />
Si va in cerca di fotografare un ricordo che rimarrà indelebile. Il colore dei
fiori che ci guardano dall’alto, e ci fermano lo sguardo. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’immagine si perde al di là, rimane
un’atmosfera calma e pacata . <br />
Seduti uno di fronte all’altra, ascoltando il brusio delle voci che silenziose
ci giungono;i discorsi degli altri non ci appartengono,e ci ascoltiamo
silenziosi, sereni, con una tranquillità d’animo mai assaporata .Sorrisi incerti
concedono sorrisi complici e ci si avvicina per far si che ci si sfiori<br />
e per lasciare l’impronta di un sorriso sulle labbra, un tremulo bacio e poi
ancora un altro, uno sguardo complice…tanta speranza, nessuna domanda, nessuna
risposta … Noi due. </div>
<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Voglio rivederti …prima che il tempo mi rubi altro tempo!<br style="mso-special-character: line-break;" />
<br style="mso-special-character: line-break;" />
</span>.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-32619289811746389292012-12-28T06:43:00.001-08:002012-12-28T06:43:24.004-08:00GLI AMORI PASSATI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Degli amori passati<br />
ricordo i momenti<br />
in cui sogno e dolore</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">la mia anima che si frantumava<br />
tra idee senza corpo.<br />
Il mio corpo che fremeva<br />
per corpi senza idee<br />
L'amore eterno<br />
La dualità dell'essere<br />
L'amore senza fine<br />
che rompe le barriere del tempo<br />
L'unità da raggiungere<br />
Ho coperto di sassi<br />
i miei sogni<br />
per paura e per pudore...</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-89196965068080694262012-12-24T05:23:00.003-08:002012-12-24T05:23:52.275-08:00LETTERA A BABBO NATALE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div style="text-align: right;">
Chiusi 24 Dicembre 2012</div>
Caro Babbo Natale,<br />
non fare il furbo. Troppo facile farsi vedere vispo e arzillo, con la barba bianca,
e il sacco pieno di doni, il mantello rosso, quando l’economia tira e sembra di
vivere nel Paese del Bengodi. Fino a qualche anno fa eri addirittura appeso
come un alpinista alle finestre. a me
davi la sensazione di una certa incertezza, e temevo che con quella corda
finissi con l’impiccarti da solo. Sarò stato troppo pessimista, ma oggi temo
solo di essere stato preveggente.<br />
Perciò torna rapidamente a sorridere, cerca di inventarti qualcosa, ma
abbiamo assolutamente bisogno di te, e di un piccolo sogno di festa da coltivare.
La tristezza, ci sta togliendo energia e cuore. Lo so che non è colpa tua.
Almeno credo. Anche se nei Paesi nordici state comunque meglio che da noi.
Forse il clima aiuta a non esaltarsi troppo, a coprirsi bene, ad accontentarsi
di cose semplici.<br />
Noi abbiamo vissuto anni spensierati. Non eravamo ricchi, ma ci piaceva
pensare di esserlo. Oggi siamo tutti in difficoltà e ci rifiutiamo persino di
fare la lista dei regali “obbligatori” di Natale. Una “app” dello smartphone ci
salverà, con effetti speciali gratis. Su Facebook ci scambieremo
valanghe di “mi piace” sotto alle foto di alberelli addobbati, o a vignette
ironiche e animate. Cercheremo di ingannare l’ansia, la paura del freddo, della
solitudine, della mediocre povertà incombente. Spenderemo poco, ma sarà comunque
troppo.<br />
Caro Babbo Natale, mi ricordo quando ero bambino ti aspettavo davvero,
la notte della vigilia, fino a quando non mi si chiudevano gli occhi per il
sonno. Poi la mattina mi svegliavo con la sorpresa della tua venuta, e a sotto
il mio albero trovavo qualche<span style="mso-spacerun: yes;"></span>
pacchetto, non erano colorati quei pacchetti, e non erano legati con i nastri e i fiocchi, ma erano semplicemente incartati sulla carta bianca del pane. Non c’era la playstation, il telefonino o il computer, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ma qualche biscotto, un paio di calzettoni, una
maglia di lana, qualche arancio e tanto amore del babbo e della
mamma. .<br />
Adesso non saprei cosa chiederti, ma ho nostalgia, non dell’infanzia, ma di
quella atmosfera magica della festa. Giorni di semplicità, che si riempivano di
voci familiari, delle visite degli
amichetti, dei compagni di scula edi giochi. Sono sicuro che anche adesso è così per i
bambini. Ma non per i genitori. Mentre, se ricordo bene, allora erano, per un
momento, felici anche loro. Carichi di futuro.<br />
Ecco caro Babbo Natale, prova a fare un pieno di Speranza, di Allegria, di
Sorrisi, di Umanità. Distribuisci questi doni giustamente, non ti dimenticare
di nessuno perché é in questi giorni che la solitudine brucia dentro al petto,
e riempie gli occhi di lacrime. Usciremo da queste difficoltà, ne sono sicuro.
E forse dobbiamo ricominciare da qui, da queste giornate dense di odori, di
suoni, di musiche delle zampogne, un pò datate ma sempre vere, di gesti che
abbiamo dimenticato, concentrati su noi stessi, un pò cinici e un pò spaventati.<br />
Aiutaci a tornare semplici, autentici, gentili, cordiali, generosi, educati,
disponibili, capaci di ascoltare, di predere il tempo per ascolare il racconto sempre
uguale di un anziano che magari vuole insegnarci qualcosa di importante.<br />
Caro Babbo Natale, aiutaci a ricominciare da capo. Sarebbe il più bel
regalo. Lo aspetto. Ci conto. Copriti bene, mi raccomando.<br />
Tuo aff.mo Renato <br />
<br />
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-67609622434287420872012-12-23T01:35:00.001-08:002012-12-23T01:35:11.409-08:00NEL SOLSTIZIO D'INVERNO<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Cosa si cerca </div>
<div class="MsoNormal">
quando la Luce misura
il suo tempo? <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
L’eternità! E gli abbagli tra mare e cielo.
</div>
<div class="MsoNormal">
<span class="textexposedshow">O mia anima eterna,</span><span class="textexposedshow"> osserva ora il tuo volo</span><br />
<span class="textexposedshow">nonostante la notte</span> <span class="textexposedshow">sola</span><span class="textexposedshow"> e il giorno di fuoco.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="textexposedshow">Liberati, dunque</span><span class="textexposedshow">, dagli umani suffragi,</span><br />
<span class="textexposedshow">dagli slanci comuni!</span><br />
<span class="textexposedshow">Prendi il volo</span><span class="textexposedshow"> secondo la speranza </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span class="textexposedshow">senza orientamento</span><br />
con <span class="textexposedshow">scienza e sopportazione,</span><br />
<span class="textexposedshow">il supplizio è sicuro.</span><br />
<span class="textexposedshow">Niente domani ormai,</span><br />
<span class="textexposedshow">braci di satin,</span> il <span class="textexposedshow">vostro ardere</span> <span class="textexposedshow">è il dovere.</span><br />
<span class="textexposedshow">Tra luce e tenebre è ritrovata l’Eternità .</span><br />
<span class="textexposedshow">e il mare si mescola </span>lentamente al cielo.</div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-3830046652799487932012-12-22T01:59:00.004-08:002012-12-22T01:59:49.398-08:00IL SENSO DELLA VITA<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<h5>
<span class="usercontent">S’apre la
Porta del Cielo…</span><br />
<span class="usercontent">O del cuore?</span><br />
<span class="textexposedshow">S’apre e l’eternità irrompe </span><br />
<span class="textexposedshow">a destare dal sonno…</span><br />
<span class="textexposedshow">Pura Coscienza chiama</span><br />
<span class="textexposedshow">A ricordare quel che l’Anima sa</span><br />
<span class="textexposedshow">Chi sei? Chi siamo?</span><br />
<span class="textexposedshow">oltre le forme evanescenti…</span><br />
<span class="textexposedshow">Pura Coscienza</span><br />
<span class="textexposedshow">Nel sogno divino.</span><br />
<span class="textexposedshow">MGL</span><br />
<span class="textexposedshow">Solstizio d’ Inverno 2012</span></h5>
<br />
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-60685330163629013002012-12-19T13:38:00.003-08:002012-12-19T13:38:24.162-08:00DIARIONel libro dei giorni sereni<br />i fogli son bianchi.<br />Son pieni i
fogli<br />dei giorni trascorsi<br />nell'ansia. Ma senza rimorsi,<br />rimpianti del
tempo passato.<br />Chissa: se perduto... sciupato...<br />Attese, traguardi
mancati<br />pur senza ragione, strappati<br />con aspra violenza, livore.<br />Ti
resta, si dice, l'amore.<br />E' solo la nuvola rosa<br />che sfuma il color d'ogni
cosa.<br />Un quadro dipinto di niente.<br />E' musica muta. La sente<br />soltanto
chi vuole sentire<br />le note sognate. Capire,<br />tornare nel vero del
mondo,<br />lento cadere.<br />Nel fondo..http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-88626568325743785332012-12-19T13:34:00.001-08:002012-12-19T13:34:40.869-08:00IL CARMELO DI COLLEPINO SUL MONTE SUBASIO<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-tab-count: 11;"> </span>di
Renato Nenci</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Terra di forti emozioni
l’Umbria , fatta di paesaggi a volte arditi, altre volte dolci e sensuali, dove
risuona l’eco della fede che qui ebbe la sua culla dorata. In Umbria,
curiosamente, per scoprire le più interessanti e antiche tracce della fede non
si deve cercare nel cuore dei borghi, quanto nelle campagne o fra le pieghe
delle colline, comunque ben lontano dai grandi centri urbani.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Sul Monte Subasio, religione
e storia costituiscono da secoli un riferimento culturale forte. li si sono intrecciate
e sciolte, vicende, che nel tempo hanno rappresentato il segno distintivo
dell’intera regione. E’ qui che Francesco ricevè la chiamata da Dio, è qui che eresse
la sua chiesa, è sempre qui che fondò la sua regola e da qui lanciò il suo
messaggio di povertà e di umiltà al mondo intero.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il monte appare appartato
rispetto alla vivacità di Assisi e dell’intera valle. In questo posto la natura
è stata generosa ma aspra, alle sue pendici le ondulature hanno un carattere
forte e una identità particolare: il bosco. Querci e lecci, si alternano a
macchia di basso fusto, con campi coltivati, meticolosamente squadrati <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che danno l’impressione di piccole isole
lavorate in un mare di vegetazione. Strano il Monte Subasio, di modesta
altitudine, ma di selvaggia suggestione.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Qua in questo luogo. Il
medioevo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è ancora presente con le sue
chiese, con i suoi conventi e i suoi carmeli che si fondono nell’ambiente,
nascosti dal bosco e invisibili al tempo. Qua i confini terreni si mescolano
con gli orizzonti religiosi.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Collepino nella parte
orientale del monte è una località fuori dal tempo che sembra non avere
rapporti con il mondo moderno; in questo piccolo paradiso perduto, uomini
poveri di beni, e ricchi di fede hanno costruito a loro misura, e in armonia
con i luoghi, una bellissima chiesetta. Costruita nel mezzo di una radura è
circondata da pini e da grandi lecci. La costruzione in perfetto stile
francescano fu affiancata <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel XIV secolo
da un Carmelo, dove da sempre al ritmo naturale di una vita semplice e
all’ombra dell’imponenza della regola scandita al rintocco severo delle
campane, quella della chiesa, vive una piccola comunità di suore piena di
riservatezza e mistero.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">La gioia di essere insieme,
di condividere, di raggiungere e mantenere l’equilibrio tra il terreno e il
divino è il disegno primario di queste donne completamente dedicate alla
preghiera. Temperanza come moderazione e, il lavoro come impegno e generosità
per se stesse e per gli altri, non tristezza ma gioia nella preghiera sono il
colante per lo stare insieme in letizia.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Una passeggiata in questi
luoghi si popola di strane sensazioni e di momenti di profonda riflessione.
Quelle strutture consacrate alla meditazione sembra ci avvolgano di una spiritualità
che fa sembrare remoto il frastuono della realtà quotidiana. Il fascino
dell’arcano e la curiosità del mistero ci fanno incontrare la clausura.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">La letteratura <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’800 l’ha sempre presentata come scelta
per gente disfatta e rinunciataria del mondo. Siamo entrati, in punta di piedi,
a vedere questa vita di silenzio nel ritmo quotidiano della preghiera e del
lavoro.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Il colpo d’occhio entrando è
di gusto trecentesco, si distingue subito per il tono rigoroso dei colori , per
l’essenzialità delle linee, l’espressione signorile dell’insieme, più che
manifestarsi in una forma architettonica ben definita, è tutto affidato agli
effetti delle emozioni che evidenziano i contrasti. All’interno di questo
piccolo mondo ogni dettaglio è prezioso: il ritmo sinuoso degli archi, del
chiostro perfettamente quadrato, la tessitura delle finestre ad arco in
laterizio, alcune ancora coperte da mensole di legno. La pavimentazione del
chiostro è in ciottoli di fiume e ancora possiede la sua originalità del 1300,
al centro un prato ben curato e di colore smeraldo intenso <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ogni pietra, ogni carruggio, ogni cosa è un
patrimonio storico degno di rilievo.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Entrando nella chiesa e,
alzando gli occhi verso il soffitto affrescato, si avverte l’armonia
dell’impeto figurativo realizzato da un allievo del Perugino. L’altare è
piccolo e ben proporzionato con lo spazio. La semplicità delle line costruttive
è ancor più marcata nella parte superiore, della <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tavola liturgica, dal grande affresco che
occupa tutta la parete facendo risaltare lo splendido ritmo narrativo della
raffigurazione che esalta la plasticità del Cristo deposto dalla Croce. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Abbiamo incontrato Maria
Alessandra, Suor Maria, giovane laureata in matematica, bella, di buona
famiglia che un giorno all’improvviso ha deciso di dedicarsi completamente a
Dio, alla quale abbiamo posto alcune domande. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Perchè questa scelta?</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Quando Dio, passa e, chiama non si può rispondere di
no. Bisogna seguirlo.</span></i></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Perchè ha voltato le spalle al mondo?</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Lasciare il mondo è prima di tutto lasciare se stessi,
per iniziare a vivere per gli altri. Quindi vivere in monastero è ricordarsi
del mondo</span></i><span style="font-size: 12.0pt;">.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Forse aveva paura di non poter affrontare tutte le
realtà quotidiane?</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">No, non è questione di paura, perchè vivere una vita
di preghiera non è solo, ricordarsi delle sofferenze dei fratelli ma farle
proprie</span></i><span style="font-size: 12.0pt;">.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Che cosa le manca di più del mondo che ha lasciato
alle spalle ?</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Non rimpiango niente. Piuttosto vorrei che fosse il
mondo a invidiare la mia pace</span></i><span style="font-size: 12.0pt;">.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Si sente diversa dalle altre ragazze?</span></b><span style="font-size: 12.0pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Sento il privilegio di questa vocazione speciale. Ma i
miei anni valgono quanto quelli delle mie coetanee</span></i><span style="font-size: 12.0pt;">.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">Non le manca niente del mondo esterno?</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">No!</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Incontrare una ragazza che
ami il silenzio e la preghiera, che si allontana dal chiasso e dalla corsa vertiginosa
al successo, che cerca il perchè della propria e altrui esistenza, è un po’
difficile. Noi l’abbiamo incontrata e ci siamo sentiti protetti.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Così, in questa epoca smagata
e disinteressata, materialista e godereccia, si scopre<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quasi per caso che a Collepino sul Monte Subasio,
si viene per pregare, per chiedere una grazia o per qualche inesorabile
desiderio di mistiche ispirazioni, che partono da chissà quali remoti impulsi
dell’anima e, che si abbeverano in un ritrovato sogno di pace e serenità. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt;">Ci voltiamo indietro, mentre
ci allontaniamo, prima di chiudere il pesante portone e, lasciare all’antica
solitudine, una chiesetta, incastonata in un Carmelo che, per scelta, rimane,
lontana dal tempo ci coglie un velo di nostalgia.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-80266854880631695062012-12-18T10:40:00.004-08:002012-12-18T10:40:58.815-08:00LE DONNE TOSCANE, TANTO GENTILI E ONESTE …<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoBodyText">
Belle, affascinanti, eleganti, celebrate da pittori e
cantate dal padre della lingua italiana, oppure, invereconde, perfide e
lussuriose come le bollò con satanica rabbia fra’ Giacomo Savonarola, nelle
“Prediche sopra la verità del mondo”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Cominciamo col dire che il frate non era sereno,
l’inesausto quanto sfortunato amore per una donna Strozzi, lo aveva votato al
saio e, dunque, il suo è solo un pregiudizio che non può travalicare i secoli e
riverberarsi sulle spigliate e disinvolte donne dei nostri giorni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Ma quale è il territorio d’indagine per cogliere il
tratto delle donne in una regione che, secondo noi, si definisce soltanto al
femminile. “Le toscane e di queste le fiorentine son di molto carine”, così e
non senza ironia, definisce le sue concittadine una giovane imprenditrice che
trasforma “pezze” in abiti di lusso, e perciò fra le donne ci sta da maestra e
da diversi anni. E bravina in questo senso era Bianca Capello, donna amata ed
esecrata, leggiadra e accorta, affascinante a tal punto da incantare Francesco
dei Medici, figlio di Cosimo I, l’uomo che si riteneva avveduto e, che invece
morta la moglie Giovanna d’Austria, porta Bianca all’altare con “grave pubblico
scandalo”. Il Granduca di Toscana, si diceva, ha sposato una gran “dama”, là
dove dama fa assonanza con altra parola che non si pronuncia, ma che ben si
sottintende. Come si da per scontato che Bianca fosse, non una gran dama, ma
una grande "civetta" non è a caso che a lei si attribuisce
l'invenzione della biancheria intima per signora e, dunque, l’impianto della
moda a Firenze.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Dicono che nell’era delle pari opportunità, la
monarchia dell’uomo sia tramontata in Toscana, secondo noi, non si è mai
impiantata. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Discrete composte, sempre un punto sotto il loro
animo e la loro visione del mondo, e la loro visione del mondo, agli uomini e
alla gestione della cosa pubblica, quando il loro potere accorto e assiduo è
stato messo in discussione, gli uomini sono andati allo sbaraglio e la regione
ne ha scapitato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">L’ultimo dei Medici, sempre secondo noi, non fu
l’inetto e infrollito Giangastone, ma sua sorella, peccato che non potesse
ottenere l’investitura granducale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Oggi invece che ogni antica limitazione appare
insensata, sono le donne, forse solo le celebrate donne fiorentine, a dare un
carattere moderno e operoso all’imprenditoria della Toscana, immobile tra gloriose
memorie.</span></div>
<br />
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-26637589240541077952012-12-16T12:49:00.000-08:002012-12-16T12:49:39.242-08:00SORIANO, UN GIOIELLO INCASTONATO NEI MONTI CIMINI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;">I
valori dell’umanesimo e le conquiste tecnologiche, in questo luogo, trovano
sintesi perfetta.</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt;"> </span></i></b><span style="font-size: 12.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Soriano nel Cimino, si vede da
lontano. E’ arroccato sulle pendici della collina, in uno scenario rimasto
intatto nei secoli. In cima c’è il castello con le sue torri quadrate, più
sotto, tutto intorno, piccole case che sembrano ancora raccolte nelle attese
sgomente del medioevo. Le case sorgono attaccate l’una all’altra, con il
prezioso risparmio delle mura in comune. Come tutti i paesi sorti nel medioevo,
non sfugge a quello che sembra un fondamento storico : intorno al castello
del principe, nella parte più alta, si costruisce una cinta muraria e sorgono
edifici destinati a scopi abitativi. Alla prima fondamentale costruzione si
contrappone, qui come in altri luoghi, il disegno politico sociale e
amministrativo del dominio laico oppure ecclesiastico. Concentrazione
della popolazione con lo scopo di controllare politicamente e
amministrativamente gli uomini, i sudditi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il primo impianto castellare, ad
opera di Gregorio VII°, Papa, edificato sui resti di un più antico e vetusto
edificio, risale al 1086 e, fece si che le prime costruzioni gli sorgessero
attorno. Bastarono pochi anni perché la cima e i fianchi della collina
cambiassero aspetto. Un altro pontefice, Nicolò Orsini, nel XII° secolo, ampliò
il castello, restaurandolo e inglobando l’antica costruzione, donandogli il
gradevole e austero aspetto che oggi possiamo ammirare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Quello della permanenza del
Pontefice a Soriano nel Cimino, fu un periodo aureo per il borgo, che si
rinnovò. Vi costruirono nuovi abitati si edificarono graziose cappelle, nacquero
monasteri. Il paese si espandeva oltre la base della collina.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Durante l’intero periodo del medioevo,
l’abitato divenne un immenso cantiere dando origine a palazzi il cui valore
artistico è fuori ogni discussione. La città divenne metà e residenza prediletta
di importanti prelati. Ognuno dei quali lasciava un segno tangibile della sua
presenza.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Fu questa la ragione per cui
il cardinale Cristoforo Madruzzo dette inizio alla costruzione della “Fonte
Regina delle acque”. Complesso architettonico di grande valore storico e
artistico, che è tutt’oggi alimentata da sorgenti che sgorgano acque limpide e
chiare, che mettono in risalto le belle sculture che rappresentano scene
bibliche. La sua costruzione fu terminata intorno alla metà del 500, quando i
valori dell’umanesimo e le conquiste delle tecnologie trovavano sintesi
perfette in costruzioni come questa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Fino a qui il passato prossimo
di Soriano nel Cimino. Il suo passato remoto si perde nella notte del tempo. Di
questo ameno luogo si incomincia ad avere notizia quando la civiltà etrusca si
impossessò anche di quella zona, bonificandola attrezzandola per renderla
vivibile nel migliore dei modi. Nacque così la leggenda, che non era leggenda
ma realtà, che la zona dei Monti Cimini era una stazione climatica già molto
apprezzata, prima dagli Etruschi e poi anche dai Romani.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La città parteggiò per la
fazione Guelfa. Non poteva essere altrimenti e, ciò si nota anche nel suo stile
urbanistico. La merlatura del castello ne è l’esempio più classico.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Lo stile neoclassico, sembra
poco azzeccato per la
Chiesa Cattedrale, che sorge nella piazza centrale della
città. Per la sua edificazione (1795) su progetto dell’architetto Giulio
Camporese, furono abbattute due chiese più piccole risalenti al 1200 che
ornavano i lati della Piazza, e riempito un dirupo di grosse dimensioni. La sua
architettura elementare evidenzia i due ordini dell’epoca neoclassica : il
dorico nella parte inferiore, e lo ionico in quella superiore. La costruzione
sacra a croce di greca è coperta, nella parte centrale, da una cupola sorretta
all’interno da quattro colonne.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In tempi più recenti anche il
castello ha subito alcune trasformazioni e, da penitenziario è stato adibito a
sede di mostre e convegni, con un recupero conservativo degno di nota.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Con il rosso acceso degli
alberi e, il colore scuro della terra, l’autunno è una delle stagioni più
romantiche per scoprire Soriano. Immagini e attimi, appaiono sfuggenti così che
la campagna d’intorno è una nota di bellezza e di serenità. Il panorama che la
circonda è una palestra ideale per lo sguardo. Poi il divenire delle stagioni,
con i caldi colori d’autunno, le nebbie invernali, il fiorire dei peschi, l’oro
delle messi producono sensazioni diverse ed esclusive.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Di rimpetto all’abitato, il
Monte Cimino (1050 mt. S.l.m.) ha un patrimonio ambientale di grande valore.
Ricoperto da castagni e da una secolare faggeta, racchiude nei suoi anfratti
più segreti reperti archeologici che vanno dal periodo etrusco a quello tardo
romano. Passeggiare per questi boschi, nel silenzio e nella riflessione, è
un’occasione che riporta indietro nel tempo, a quando questi solitari sentieri
erano calcati da cavalieri e soldati e, si ha la sensazione che appaiano
all’improvviso dietro ogni curva. Camminare, poi, per le antiche ed erte strade
del centro storico di Soriano, in un silenzio carico di vita, di spazi
profondi, rende l’anima trasparente ed è come leggere la sua storia. Se poi
potessimo ascoltare, ad esempio, le pietre delle piazze, allora sentiremo una
immensa opera, ed anche i cori, ossia quei baccani e quei parlottii, tipici
della gente di paese, dei mercati, delle rivoluzioni, delle disfide e così via.
In questo paese c’è un fondo di anonimia segreta che sembra aver calato, in
forme di rara classicità, i contenuti di una inassopibile nostalgia del tempo
passato. Proprio per questo le feste paesane rappresentano altrettanti punti di
riferimento di questa città battagliera e ardente, che non mai abdicato ai suoi
ritmi, coniugando come in questo caso, la tradizione e la dimensione del vivere
di una volta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">Ma
è in ottobre che il paese si trasforma. Si spoglia dei panni della modernità
per indossare quelli carichi della sua storia, quelli del medioevo. In questo
periodo, visitare Soriano nel Cimino, è come immergersi nel tempo. Il paese si
trasforma. I negozi cambiano aspetto e divengono botteghe d’epoca, i garage in
stalle, le osterie in bettole, gli alberghi in locande, il tutto con uno stile
proprio e unico nel suo genere. Nelle notti di ottobre la luminosità
artificiale dei lampioni, lascia il posto alla più romantica fioca e calda luce
delle torce. Ed è questo il momento della sfida. I quattro rioni si contendono
il palio in una rievocazione storica delle contese dei cavalieri e degli
arcieri. Una sfilata con abiti dell’epoca, per le “poco illuminate” e
trasformate vie del paese, cattura l’attenzione anche del turista più
distratto. Se non si è accompagnati, non è facile cogliere l’essenza di tutta
questa manifestazione che dovrebbe avere la denominazione d’origine controllata
e garantita.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In questo luogo, che fu un
tempo prediletto dai papi, mancano le espressioni volgari. Qui non si sente mai
urlare, tutte le voci sono uguali con una curiosa sonorità dialettale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ed è per la calma che vi si
vive e per il ruolo di grande attore interpretato dalla natura che, la gente di
Soriano è tuttora tenacemente ancorata alle tradizioni più genuine. Alle
usanze, che non perde occasione per rispolverare. Alla cordialità, alla
spontaneità e alla ospitalità che qua è ancora cosa sacra. Pensare che siamo
arrivati in questa cittadina, quasi per caso, ed abbiamo scoperto un gioiello
incastonato nei monti Cimini a soli 15 Km da Viterbo. E alla fine della visita
chiediamo alla memoria di restituirci almeno le immagini di un luogo di
indescrivibile bellezza. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt;">RENATO
NENCI</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-78734036663192952162012-12-14T06:01:00.002-08:002012-12-14T06:01:55.520-08:00ALLERONA <!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;">Poco
distante da Orvieto, a dominio della valle del Paglia, aggrappato ad una cresta
di tufo, un ciuffo di case, così protetto, così teneramente piegato a
semicerchio, indica un antico e suggestivo insediamento medioevale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;">E’
Allerona, pensata e costruita circa 800 anni fa, in mezzo ad una natura
selvaggia che, per fortuna, ancora oggi è rimasta incontaminata dalle malsane
quotidianità delle città. Sulla collina, il paese occupa tutto il cucuzzolo, le
sue modeste case, dignitose, addossate le une alle altre, sono tutt’uno con la
Chiesa e il campanile. Una serie di “belvedere” ci permette di ammirare un
panorama bellissimo e sconfinato sotto gli scorci più diversi, fino ad
intravedere gli ultimi contrafforti delle “crete senesi”, l’ultima lingua della
Valdichiana, con i suoi olivi contorti e callosi come le mani di chi lavora la
terra. La strada per arrivarvi sembra sospesa tra montagna e cielo, sembra una
via tracciata dal tempo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;">Allerona
non è un “paesetto come tanti altri: lo si capisce appena varcata la
porta<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>trecentesca” e, lo sguardo vaga
per non sapere dove appoggiarsi, giacché le ristrutturazioni, molto accurate di
cortili e di ballatoi sembrano uscire dal passato e, all’improvviso appaiono
slarghi e piazzette vezzose di gerani e garofani profumati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;">La
documentazione storica del “Castello” è scarsa, perché Allerona stessa è
Castello, Fortezza, Centro Religioso, luogo di culto, dove all’interno delle
sue mura sono racchiuse e protette tutte le sue case. Fino ad oggi Allerona è
riuscita a mantenere intatto il suo destino di luogo appartato, di fortezza
privata, volutamente inserita in un luogo di secondo piano. E’ un acropoli
compatta, costruita intorno alla chiesa monumentale e solenne; la cui
finestra dell’abside, protetta da una lastra di alabastro, rivolta ad oriente,
lascia filtrare il “sol levante” che, così come attraversa con la sua lama<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di luce le ultime ombre della notte, illumina
la croce lignea, posta al centro dell’altare, con il primo raggio del giorno.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;">Visto
dal basso della piazza, il “Palazzo della Castellana”</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;"> non ha sembianze di
fortificazione. Sembra piuttosto, un palazzotto patrizio.</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-font-kerning: 8.0pt;"> Ci accoglie una giovane signora dal
fare gentile e con gli occhi del colore del mare nel quale sarebbe facile perdersi. Il "Palzzzo" più volte
rimaneggiato ha preso le sembianze di una costruzione settecentesca che tuttora
mantiene. Il suo aspetto è gradevole, se pur modesto, dietro queste mura<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>poco significanti, si aprono sale che hanno
un valore immenso. La ristrutturazione molto accurata, seguita in modo assai
intelligente, denota molto amore per le cose cariche di storia, da parte del
proprietario. Penetrando per quanto possibile nei segreti della storia, di
questa costruzione, sembra passare dal presente al passato e, appaiono tesori che
rimangono impressi nello sguardo e nella mente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Qui nessuno è straniero e si
vive come in una grande famiglia, la gente ha mantenuta intatta la propria
semplicità di costume, ha conservato le più antiche tradizioni di ospitalità.
Senza accorgersene si riesce a cogliere il senso dei segni senza senso, si
riesce a sostare nel tempo lento di un tempo e, le case appaiono musei senza
capolavori, ma trasudano tutta la “sfinita” fatica di chi le a costruite.
Allerona non ha figli celebri che la innalzano agli altari della popolarità. E’
un luogo senza gloria, ma anche senza infamia. E’ un paese tranquillo, dove mai
nessuno riuscirà a scalfire la tradizione come quella come quella che ormai
dura da più di 600 anni: la festa della “Madonna dell’Acqua” che si
ripete ogni anno, ormai immutata, con la stessa commozione, lo stesso dolore,
con lo stesso rituale di luci, di fiori, di note dolci e strazianti dei secoli
passati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Nel secolo discreto e rivoluzionario che
fu il duecento, molti ricchi decisero di cambiare vita e di impegnare i
propri cospicui capitali in “campagna” e, sembra che un esponente di un ramo
minore di una illustre famiglia orvietana, commissionasse a un Grande Maestro Muratore, la progettazione e la realizzazione di una Chiesa. Il Borgo di chiese
a quel tempo ne aveva già due, una all’interno delle mura, l’altra, proprio di
fronte alla porta d’ingresso al paese, molto semplice di stile francescano,
piccola spoglia.. La costruzione di primitivo stile gotico, è suggestiva, di pianta ottagonale e povera, nessun
affresco alle pareti, una grande sala spoglia con a fronte un altare
altrettanto spoglio. All’esterno ha un aspetto innovativo per il tredicesimo secolo,
con un concetto concreto e con una nuova e più sublime armonia che, trascina
tutte le linee verso l’alto, per sostenere un rapporto con l’infinito.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ad un esame più obbiettivo, non sembra
proprio che il Grande Architetto abbia messo mano al progetto di
questo luogo di culto, ma perché riportare alla realtà un sogno e una
speranza ? - Così per queste irremovibili ragioni, ci piace pensare che
questa particolare costruzione, sia uscita dalla concretizzazione esoterica del pensiero di un grande della
storia. Comunque, chi ne sia l’autore, testimonia un talento di assorta
ispirazione e di grande “valentia” tecnica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Nel “Borgo” vivono un
centinaio di abitanti. Il resto della popolazione (complessivamente circa 2000
persone) abita nella parte nuova di Allerona che, sorge a circa<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>otto chilometri di distanza: è stata
creata una sorta di “terra di nessuno”, fatta di campi di grano, vigneti,
stradine di terra battuta tra la parte più antica e quella più recente<span style="mso-spacerun: yes;">, </span>quasi ad evitare qualsiasi contaminazione
architettonica. Il paese antico, purtroppo non è passato indenne attraverso le
“innovazioni urbanistiche” degli anni sessanta. Ha dovuto subito una specie di
sorda violenza, le case in pietra sono state sopraelevate in tufo, intonacate o
peggio ancora colorate, sono come una ferita aperta fatta da gente senza
mestiere, cercando di modificare un mondo carcadico che esaltava l’eleganza
della costruzione “povera”, che mai prima fu scalfita neppure da nèmesi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>maligne.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Ad Allerona, non esistono
“bazar” di souvenir multicolori, o finte botteghe artigiane, guide o interpreti
o ciceroni, così come non esistono alberghi o pensioni. Esistono soltanto le
case, i vicoli, le ombre, le folate di fredda tramontana, i pochi abitanti e la
loro curiosa “sonorità linguistica”. E’ un luogo, questo, che coloro che vi
abitano giorno e notte, estate e inverno, riescono ancora a goderselo:
sedute, fuori dagli usci, su sedie di paglia o su semplici panchetti di legno,
le donne, nelle calde serate estive, raccontano le storie di paese, rievocando
talvolta un passato popolato anche da personaggi immaginari, usciti dalla
fertile fantasia di chi racconta. Con questi racconti che spesso, si fondono
tra storia e leggenda, si tramandano di generazione in generazione quegli
episodi di fiera ribellione, di prestigio e di autonomia che, soltanto la
potenza orvietana, riuscì ad attenuare. E’ gente semplice, quella che vive ad
Allerona, così come le donne fantasticano fra loro, gli uomini, dopo il duro
lavoro della giornata si ritrovano a giocare a carte, ora compagni ora
sfidanti, nell’unico bar esistente, con davanti un bicchiere di quel generoso
vino che riescono a produrre.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Una nota stonata
dell’armonia di un concerto unico al mondo, come Allerona,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è il deposito dell’acqua; costruito
rubando spazio vitale all’unica piazza del paese. La<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>costruzione, in mattoni, sembra volersi
avvicinare alla “Chiesa del Gran Maestro Muratore”, ma ne è soltanto la brutta copia del
pensiero che, sta proprio male al lato della quattrocentesca<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pieve parrocchiale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">L’autenticità umana di
Allerona, se da una parte riesce a conservare il “Borgo” come luogo di vita,
dall’altra nulla può contro il suo lento ed inesorabile degrado storico e
strutturale. Allerona non emerge, perché<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>alla fine, non vuole emergere dal suo quasi millenario silenzio.
Impoverita, ferita, quasi deserta, è contenta di questo suo spazio appartato e
schivo, che non è ne appartato ne schivo, ma che vuole resuscitare a nuova
vita.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">--------------------------------------------------RENATO NENCI--------------------------</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 42.55pt;">
<br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-66136321317549001832012-12-10T14:35:00.003-08:002012-12-10T14:35:39.514-08:00PER IL TUO COMPLEANNO<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
Ti auguro qualcuno che ti svegli con un bacio </div>
<div class="MsoNormal">
la mattina del giorno del tuo compleanno.<br />
Qualcuno che non abbia paura di guardarti come ti guardo io, </div>
<div class="MsoNormal">
che non abbia paura di amarti come ti amo io.<br />
Ti auguro qualcuno che sappia aspettarti, per<br />
chè sapere che c'è qualcuno pronto a questo è bellissimo.<br />
Ti auguro qualcuno che non si stanchi, </div>
<div class="MsoNormal">
perchè l'amore non è immune alla stanchezza, </div>
<div class="MsoNormal">
ai dubbi e ai 'non lo so' ma solo chi non si stanca ce la
fa.<br />
Qualcuno che ti accarezzi con la mia stessa dolcezza </div>
<div class="MsoNormal">
e ti voglia con la mia stessa passione, </div>
<div class="MsoNormal">
qualcuno che si accorga dei tuoi occhi lucidi </div>
<div class="MsoNormal">
e che ti abbracci, ti abbracci forte.<br />
Ti auguro qualcuno che ti ami tanto, </div>
<div class="MsoNormal">
troppo, e che te lo dica. </div>
<div class="MsoNormal">
Te lo dica spesso, te lo dica sempre.<br />
Ti auguro tutto questo, </div>
<div class="MsoNormal">
perchè un pò meno non sarebbe abbastanza.</div>
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<![endif]--><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span>A partire dai letterati romantici, passando per Nietzhe
fino a Herzog e alla “beat generation” il camminare è metafora di conoscenza.
Esiste un filone consistente della letteratura occidentale, per la quale il
muoversi a piedi sa soli, costituisce un esercizio della mente più che del
corpo, un’attività ricca di significati simbolici e magici in grado di
stimolare la creatività. Ma già in questa letteratura appare chiaro un fatto:
non si può compiere questo esercizio in un posto qualunque. Il prezzo pagato al
progresso ha operato ovunque grandi distruzioni della natura, ha diffuso il
degrado e alterato gli ecosistemi su vasta scala. Occorre viaggiare molto, nel
nostro tempo, per poter trovare un luogo dove l’antica “wandern” possa
esprimersi nella sua potenzialità rigenerante.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>“Wandern” in lingua tedesca significa “filosofia dell’erranza”, tutto il
contrario del movimento frenetico legato oggi in gran parte all’azione
turistica. Il turismo, così come si manifesta da noi, è fondato su un ingorgo
di informazioni gettate sul singolo in assenza di ogni sua ragionevole
necessità.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ stato scritto invece che
la riscoperta dell’erranza a piedi e dei movimenti esploratori sono
“ingredienti essenziali affinché le informazioni raccolte dai vari sistemi
sensoriali possano organizzarsi e fornire una rappresentazione biologicamente
utile della realtà”. E per stimolare la creatività e la conoscenza viaggiando,
occorre prima di tutto “pagare il prezzo del tempo, la moneta più rara e più
cara di cui è in genere sprovvista la nostra vita sprofondata nella quotidiana,
affannata comodità.
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Uno di questi luoghi magici necessari alla
manifestazione della “Wandern” l’abbiamo incontrato sulle pendici amiatine, nel
territorio di Roccalbegna.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Questa borgata ci appare come scolpita nella roccia
nuda, fra acque che scorrono ovunque appena percettibili scomparendo fra la
vegetazione superba che l'assedia, è un emblema splendente di vitalità, di
energia minerale e vegetale che trasmette voglia di dipartire e di muoversi.
Emblema stupendo di questa energia vitale che respira ovunque, è un incredibile
“Bambino” dipinto in un trittico nella chiesa parrocchiale da Ambrogio
Lorenzetti. Bambino che si divincola in braccio ad una Madonna dolcissima, cui
pare sfuggire di mano, stringendolo nella manina un mazzetto di ciliegie rosse.
Un richiamo visibile – i frutti collocati al centro perfetto della tavola – ad
una natura rigogliosa e benigna come un eden montano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Bisogna partire da qui, per intraprendere un viaggio
bellissimo al Bosco dei Rocconi, fino alla sua conclusione nelle viuzze di
Rocchette di Fazio, un gioiello perduto e fortunatamente sconosciuto ai più
nella valle dell’Albegna.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Ci si incammina per la strada che sale verso
l’Amiata e si deve raggiungere il piccolo cimitero che si lascia di lato. Poco
più avanti, sulla destra, parte il sentiero che inizia subito a scendere a
precipizio verso il fondo di una piccola vallata. La segnaletica è buona e
visibile e il tracciato è chiaro. Si passa il fosso e poi si risale,
conquistando una posizione panoramica a mezza collina. Il paesaggio respira
nella sua vastità a cui si avvinghiano sentieri candidi come ad un grande
gomitolo. In un controluce argentato spuntano piano piano dalla macchia i
“rocconi” sopra l’Albegna. Torri rocciose e austere che tagliano il verde come
grandi lame, mentre il falco volteggia perenne. Sotto l’acqua lucida appena, ma
risplende rapida e l’attimo giusto per farti capire come muoverti. Dopo
Poggiosorbi e Casagrande, conviene ripiegare subito verso il basso, puntando
sul fosso Calizzano. Nel tratto che va percorso lungo la sua riva destra per un
po’ (fino al guado che guarda Rocchette) si resta sorpresi e stupiti dalla
bellezza antica e selvaggia di questo corso d’acqua dove fra massi ciclopici e
cascatelle giocano i tarullini. Qui la vegetazione cresce libera e rende
difficile il passaggio nel sentiero che si distingue appena. e in paesaggio
come questo che la “Wanderung” – l’erranza – vi cattura e andando piano piano
nel silenzio, finite per non sentire più la sirena del ritorno e nemmeno quello
della meta. Quelle che vi apparivano poco prima semplici interluoghi, ora
divengono territorio del vostro spirito, spazio da navigare senza condizioni.
In questa sperduta valle amiatina si può viaggiare per “stare” e per “arrivare”,
si può decidere di perdersi o di seguire il sentiero, invariabilmente la voglia
di scoprire e conoscere vi cresce dentro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Oltrepassato il fosso si riprende subito a salire
fra i castagni ed i faggi. Il sentiero è come scolpito nella roccia chiara e ai
lati un muricciolo a secco pare proteggerlo appena. Fra i licheni spuntano
mammole e crochi e nella penombra che il sole trapassa appena distingui subito
i segni di un antico passaggio quasi lastricato che punta diritto sulla
collina. E’ una mulattiera antica che vi guida ancora per poco. Fino a quando
la strada battuta e carrabile vi si para davanti ampia e luminosa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Proseguendo per questo viaggio simile ad una vera e
propria teoria motrice della percezione, torna in mente la bella favola
dell’abate settecentesco Etienne Bonnot. C’era una volta un dio che voleva
aiutare una statua farsi un’idea giusta del mondo; fu così che le donò prima la
vista e poi le altre facoltà sensoriali. Ma fu tutto vano, poiché il mondo
restava per lei privo di senso. Ma quando il dio decise di concedere alla
statua di camminare in mezzo alla natura, questa conquistò subito un quadro
intelleggibile e perfetto del mondo. La conoscenza del mondo esterno e della
natura non è possibile senza il calpestio lento e paziente del suo ambito
poetico e confuso. Karl Baedeker, l’inventore della moderna “guida”, si
richiamò sempre segretamente alle sue esperienze di “wander” compiute in luoghi
come questo e solo così fu in grado di porre i fondamenti del moderno
escursionismo a piedi. Robert Walser, autore del piccolo e prezioso racconto
intitolato “La passeggiata”, racconta che nella solitaria camminata nei boschi
era per lui possibile “imbattersi in giganti, avere l’onore di incontrare
professori, visitare librai e funzionari di banca, discorrere coi cantanti ed
attrici”. Senza la loro ingombrante presenza, naturalmente, come è possibile
soltanto nei silenzi della “wanderung”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Quando, salendo ancora, ci si avvicina a Rocchette
di Fazio. Si arriva nell’antico castello dalla strada più bella, quella che vi
conduce direttamente dove una volta, per la medesima strada che avete percorso,
i viaggiatori puntavano immancabilmente e obbligatoriamente: il piccolo spedale
trecentesco che vi attende ancora lì, appena fuori della mura per ristorarvi dopo
la dura arrampicata. Su ancora, più in alto, si innalza il cassero; sotto nel
grande vuoto che si apre, la foresta corre verso i “rocconi” e soltanto laggiù,
dove le acque lucenti dell’Albegna vi si infrangono silenziose, il segreto
della “ Wanderung” sembra sciogliersi. La fatica del camminare è un’altra
metafora della conoscenza.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-27020622914024548972012-12-05T08:12:00.002-08:002012-12-05T08:12:23.960-08:00IO E... LE PAROLE<span class="userContent">Le parole non mi rispecchiano. Io sono
punteggiatura. Pause. Respiri, silenzi. Esclamazioni e punti
interrogativi. I miei discorsi non sono mai abbastanza esaustivi da
essere completamente veri. E’ difficile trovarmi. Sono negli spazi tra
le parole, là dove è difficile entrare. Io non parlo, mi esprimo.</span>.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-39661806892357910922012-12-05T08:11:00.002-08:002012-12-05T08:11:25.195-08:00ADORO LE DONNE CHE....<span class="userContent"> Adoro le donne che non si aspettano mai niente,<br /> perchè vanno a prendersi sempre cio' che vogliono.<br /> Quelle che escono anche senza trucco e<br /> si sentono belle lo stesso.<br /> Quelle che non dicono mai chi sono, </span><br />
<div class="text_exposed_show">
ma insegnano alle altre ad essere.<br /> Quelle che camminano sempre a testa alta,<br /> anche quando il mondo le vorrebbe sotterrare.<br /> Quelle che sanno sempre dire ti amo <br /> senza aspettarsi nessun eco per capir l'amore.</div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-22173211829649546692012-11-24T11:01:00.001-08:002012-11-24T11:01:20.966-08:00AMORE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal">
Silenzioso come una foglia</div>
<div class="MsoNormal">
Che si schiude al sole</div>
<div class="MsoNormal">
Profumato come un giglio</div>
<div class="MsoNormal">
Al suo compleanno</div>
<div class="MsoNormal">
Più bello</div>
<div class="MsoNormal">
Di un narciso narcisista</div>
<div class="MsoNormal">
Più sicuro</div>
<div class="MsoNormal">
di un nido su una quercia</div>
<div class="MsoNormal">
Ricercato</div>
<div class="MsoNormal">
Come la fonte della giovinezza.</div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-36635966526491049662012-11-23T12:37:00.004-08:002012-11-23T12:37:44.816-08:00LA'<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Là dove l’aria profuma d’incenso <br />
e i frutti rosseggiano sugl’alti alberi, <br />
là, dove il fiume scorre tranquillo <br />
fra le terre fertili <br />
e i giacinti aulenti <br />
colorano i prati, <br />
là, dove il vento <br />
accarezza gentile le fronde degl’alberi <br />
e la luna sovrasta <br />
splendida e piena <br />
la valle, <br />
là, io ti incontrai <br />
tra i colori e la melanconia <br />
di quella tiepida mattina <br />
che profumava di primavera.</span></div>
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</span>
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<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Quando appare sulla sommità
della collina, dopo chilometri di paesaggio campestre, sonnolento e ondulato
dai contrafforti dei colli, la prima reazione è di fermarsi stupiti. Un
castello... un foro... un piccolo tempio... ecco Parrano! Un paradiso perduto
dove, nei secoli buoni, uomini saggi hanno costruito a loro misura e in armonia
con i luoghi, un bellissimo paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Un universo protetto, celato
tra i cipressi, gli ulivi e le piante di leccio; uno scrigno di pace, tenuto in
allegria dal canto delle cicale e dei grilli, un luogo benedetto dagli dei
della natura.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Con il suo impianto urbanistico
tipicamente medioevale non vuole rinunciare alla sua storia. Nella tessitura
muraria e nell'articolazione dei volumi, Parrano dimostra la sua architettura
povera. Qui la definizione formale è ridotta all'essenziale; case modeste e un
dedalo di viuzze ci portano indietro nel tempo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il torrione del castello, memore
di una storia millenaria, che durante il medioevo era usato da sentinelle per
avvistare nemici e briganti, è oggi l'emblema più importante dell'intero borgo.
Ma quando si parla di Parrano e della sua storia, non sono poche le domande
destinate a restare senza risposta, tanto si dovrebbe tornare indietro nel
"libro" del tempo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Parrano è un luogo fatto solo di
cose essenziali: il Castello, severo edificio con elementi poveri sorto su un
piccolo spazio che, visitandolo si ha l'impressione che le antiche sale non
abbia mai abdicato alla loro importante funzione d'origine. L'accurato restauro
fa pensare a sentimenti vissuti da un proprietario romantico e letterato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il magnetismo della
"Cattedrale" spinge a fermarsi dopo averla raggiunta e, la strada che
bisogna fare per arrivarci non è solamente spostamento nello spazio, lo diventa
anche nel tempo. Una piccola "Cappella",<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di una semplicità unica. Una cappella anonima
in armonia con lo spirito della gente di questo meraviglioso paese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nella parte a Sud, dell'antico
borgo si gode un panorama che, secondo i capricci della luce e delle stagioni,
ognuno può scegliere in rapporto con il proprio stato d'animo. Ma chi vi
giunge, turista distratto o, visitatore attento, non può non sfuggire che
Parrano è una tappa di fascino, consigliata per chi cerca le cose genuine del
passato. Perché è rimasta intatta nel tempo, pochi per fortuna sono stati gli
interventi nei secoli. Il nuovo, qui, non ha sopraffatto il vecchio, anzi si è ben
integrato, abbellendo, nel restauro quanto il tempo ha tramandato ai posteri.
Un lento degrado però s'insinua tra le mura ... bisogna intervenire e, bisogna
far presto senza che ci siano colpevoli ritardi, senza che ci siano rimpianti
per cose perdute.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>"Ci appartiene solo ciò che
possiamo offrire", recita un antico proverbio, a Parranno offrono tutto
ciò che appartiene ad una comunità modesta e semplice che, della propria
laboriosità ha fatto il suo cavallo di battaglia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le antiche botteghe, dove si
mescolano tutti gli odori del tempo, servono solo per l'essenziale. La città è
una specie di piccolo museo e, offre al turista una visione fantastica del
passato medioevale. Parrano è una grande famiglia, qui nessuno è straniero.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nella "trattoria" e nel
"caffè" si trovano ancora i "quartini", con l'ospitalità e
la cordialità che sono propri di questo antico borgo. E si degustano vini dal
sapore genuino e dai colori d'incanto. La cucina semplice, ha mantenuto
inalterata tutta la semplicità di una terra generosa che, non manca di regalare
i frutti di una natura ancora incontaminata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La mattina all'alba, "al far
del sole", si aprono le porte, si spalancano le finestre, si scruta il
cielo per indovinare che tempo farà nella giornata. Si comincia a vivere, con
la semplicità di sempre, raccontando i sogni e, inizia un nuovo giorno uguale,
forse a quel passato, senz'altro diverso di quello a venire.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>I Parranesi, maestri insuperabili
nell'arte di proteggere se stessi e il loro "piccolo mondo antico",
dai disastri della modernità, riusciranno probabilmente ad operare anche questo
miracolo: quello di concretizzare il sogno del "Terme" e di
accogliere un turismo più "elitario" e di conservare a livelli
accettabili il loro patrimonio ambientale. Questo, almeno, è quanto auguriamo a
loro, prima di tutto - e perché no - anche a noi!...</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 38.0pt; margin-top: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">--------------------------------------</span><span style="font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Renato
Nenci------------------------------------------</span><span style="font-family: Arial; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-84486405106083157362012-11-19T02:04:00.001-08:002012-11-19T02:04:13.459-08:00L’AMANTE DEL MARE<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Sulla riva spumosa</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Con la prora squarciata</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Fedele giaci accanto al tuo mare</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Più volte solcato a vele spiegate.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Tu di esso conosci ire e debolezze</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">S sei lì, quale amante fedele</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">Per donarti ancora</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: large;">All’abbraccio delle onde.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 8.0pt;">(<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">da “Il cinquantunesimo” Ed. O.R. - Milano 1978</b>)</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-22598493234818413802012-11-18T12:53:00.003-08:002012-11-18T12:53:44.711-08:00SANT'ANTIMO, EREMO BENEDETTINO FONDATO DA CARLO MAGNO<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"><span style="mso-list: Ignore;"></span></span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Tra le tante abbazie che la terra di Siena può
vantare la più importante, per tutto quello che rappresenta nella storia della
religiosità, dell’architettura e dell’arte è certamente l’abbazia di S. Antimo.
Mirabile sintesi di architettura, l’edificio appare all’esterno come un grande
libro illustrato, che si offre alla facile interpretazione del visitatore
occasionale e a quella più complessa degli studiosi di arte sacra. Pietre e
mattoni mutevoli per colore, al volgere del sole, sono custodi di immagini
preziose, pagine da sfogliare una ad una. La costruzione è su una piccola valle
cinta da un altrettanto piccolo anfiteatro di dolci colline coperte da ulivi,
pini e cipressi, circondate da vigne preziose, che offrono verde in tutte le
sfumature.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">La storia di questa Abbazia è lunga e complessa.
Secondo la tradizione venne fondata da Carlo magno il quale rientrando da Roma
dove era stato ricevuto dal Pontefice Adriano I° sostò, dopo tre giorni di
cammino, con il suo seguito in questa valle riparata dai gelidi venti. I suoi
cortigiani furono improvvisamente colpiti e decimati dalla peste. Carlo Magno
per far fronte al flagello fece un voto al Signore, che esauditolo fondò sul
posto un monastero benedettino. Un’altra versione racconta invece, che Carlo Magno,
ricevuti dal Papa Adriano I° i resti mortali dei santi Sebastiano e Antimo, in
onore di quest’ultimo, rientrando da Roma, avrebbe eretto un monastero.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Sulle origini dell’Abbazia sono state svolte
indagini e ricerche approfondite che non lasciano spazio a storie e a leggende.
L’anno di fondazione viene fatto risalire al 784, quando Carlo Magno transitò
in terra senese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">L’abbazia raggiunse il suo massimo splendore tra
l’XI° e il XII° quando i monaci di S. Antimo ebbero il titolo di Conti del
sacro Romano Impero. Con il titolo ebbero giurisdizione su numerose chiese e
castelli toscani, che consentì loro di esercitare un potere temporale anche su
tutto il territorio di Montalcino. Con il decadere della potenza benedettina,
questi furono sostituiti dai Guglielmiti.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>L’abbazia passa alla diocesi di Montalcino e, nel 1150 entra sotto il
controllo della potente “chiesa” di S ; Salvatore di Monte Amiata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Nel 1462 Pio II°, papa Piccolomini da Pienza,
sopprime il monastero e, come conseguenza, le antiche abitazioni vengono
abbandonate. I nuovi vescovi scelgono Montalcino, come nuova sede. Più sicura e
meglio difesa dalle scorribande brigantesche del luogo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Nel tempo, il totale abbandono provoca la
progressiva scomparsa degli edifici conventuali. Oggi di quella imperiosa e
imperiale costruzione rimangono solo pochi resti : una parte della sala
capitolare, il tracciato del chiostro e il refettorio, che è stato trasformato
in abitazione. Nonostante tutto però, basta guardarsi attorno per scoprire i
particolari segni del grande valore artistico e di grande suggestione. Silenti,
immobili, le vestigia dei secoli trascorsi hanno saputo mantenere e,
gelosamente custodire dentro se, la memoria del loro fulgore, le preziose
reliquie evocanti il suo impareggiabile passato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">La Chiesa</span><span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;"> a tre navate, con archi a tutto sesto, sostenuti da
colonne di alabastro, con splendidi capitelli, è degli inizi del XII secolo e,
conserva tuttora l’originaria solidità e coerenza del periodo di costruzione.
Imponente soprattutto il matroneo, che gira attorno alla navata centrale, cui
si accede per mezzo di un'angusta scala a chiocciola. Riadattato ad abitazione
nel XV° secolo ha le pareti affrescate.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Le ampie finestre, inondano di luce le navate
laterali, contribuendo ad illuminare il pavimento di centro, accentuando
gradevoli effetti cromatici d’insieme.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Qui emerge prepotente una realtà diversa che si nota
di fronte ai grandi monumenti religiosi. A Sant’Antimo questa realtà è laica e
leggera : “Laica” perché il forte senso di identità locale che, ha sempre
caratterizzato i centri toscani, privilegia questo luogo di preghiera.
“Leggera” perché l’architettura Toscana non ha la pesantezza del Romanico o, il
senso della vertigine del gotico francese.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">L’altare segna la parte terminale dell’edificio e,
sotto di esso si sviluppa una piccola cripta, quel vago segno che vi si respira
visitandola contribuisce al fascino di un luogo che può contemplare suoi
rivolgimenti storici. Queste mura racchiudono tesori e memorie dei tempi in cui
gli uomini erano poveri di beni materiali, però immensamente ricchi nello
spirito e nelle virtù. Una visita a questo luogo è anche una lezione, su quelle
materie che non figurano più tra quelle che si insegnavano alla scuola della
vita. La visita a questa abbazia è quindi una occasione di confronto tra i
costumi di quel lontanissimo ieri e, di questo incredibile oggi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Il vento che, spesso spazza questo piccolo eden ed
ama sollevare la polvere ed increspare le chiome grigie degli ulivi, come una
divinità sembra ringraziare il cielo per poter accarezzare, non solo un
monumento di autentica arte di tecnica medioevale, ma soprattutto il cuore
invisibile di un luogo ricco di ricordi importanti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt;">Chiusi 20.07.2012 – Renato Nenci</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4019716243991705170.post-19903569995628530492012-11-17T15:14:00.001-08:002012-11-17T15:14:11.960-08:00VORREI<!--[if gte mso 9]><xml>
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<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;"> Vorrei</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;"> raccogliere le parole disperse al vento <br />
per dar voce ai miei pensieri<br />
inventare una poesia <br />
per dare immagine ai miei desideri<br />
avere un' amica per riempire i miei giorni, </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">poter sognare per elevarmi
sul vivere quotidiano<br />
vorrei… <br />
donarti un abbraccio </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">per darti consolazione e
sorrisi,<br />
avere parole per coprire il tuo cuore, </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">per scandire il ritmo dei
sentimenti<br />
vorrei…<br />
che il tempo fosse senza tempo, </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">veloce per cancellare
delusioni, </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">dispiaceri ed incomprensioni<br />
lento, per non dimenticare</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">i minuti passati con te, </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">vorrei… quante cose vorrei...<br />
mentre le parole che scrivo, </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">scivolano leggere come piume
al vento<br />
come l’ombra di un desiderio </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">che attraversa la mia mente.</span></div>
.http://www.blogger.com/profile/05516751725396116203noreply@blogger.com0