Quando appare sulla sommità
della collina, dopo chilometri di paesaggio campestre, sonnolento e ondulato
dai contrafforti dei colli, la prima reazione è di fermarsi stupiti. Un
castello... un foro... un piccolo tempio... ecco Parrano! Un paradiso perduto
dove, nei secoli buoni, uomini saggi hanno costruito a loro misura e in armonia
con i luoghi, un bellissimo paese.
Un universo protetto, celato
tra i cipressi, gli ulivi e le piante di leccio; uno scrigno di pace, tenuto in
allegria dal canto delle cicale e dei grilli, un luogo benedetto dagli dei
della natura.
Con il suo impianto urbanistico
tipicamente medioevale non vuole rinunciare alla sua storia. Nella tessitura
muraria e nell'articolazione dei volumi, Parrano dimostra la sua architettura
povera. Qui la definizione formale è ridotta all'essenziale; case modeste e un
dedalo di viuzze ci portano indietro nel tempo.
Il torrione del castello, memore
di una storia millenaria, che durante il medioevo era usato da sentinelle per
avvistare nemici e briganti, è oggi l'emblema più importante dell'intero borgo.
Ma quando si parla di Parrano e della sua storia, non sono poche le domande
destinate a restare senza risposta, tanto si dovrebbe tornare indietro nel
"libro" del tempo.
Parrano è un luogo fatto solo di
cose essenziali: il Castello, severo edificio con elementi poveri sorto su un
piccolo spazio che, visitandolo si ha l'impressione che le antiche sale non
abbia mai abdicato alla loro importante funzione d'origine. L'accurato restauro
fa pensare a sentimenti vissuti da un proprietario romantico e letterato.
Il magnetismo della
"Cattedrale" spinge a fermarsi dopo averla raggiunta e, la strada che
bisogna fare per arrivarci non è solamente spostamento nello spazio, lo diventa
anche nel tempo. Una piccola "Cappella", di una semplicità unica. Una cappella anonima
in armonia con lo spirito della gente di questo meraviglioso paese.
Nella parte a Sud, dell'antico
borgo si gode un panorama che, secondo i capricci della luce e delle stagioni,
ognuno può scegliere in rapporto con il proprio stato d'animo. Ma chi vi
giunge, turista distratto o, visitatore attento, non può non sfuggire che
Parrano è una tappa di fascino, consigliata per chi cerca le cose genuine del
passato. Perché è rimasta intatta nel tempo, pochi per fortuna sono stati gli
interventi nei secoli. Il nuovo, qui, non ha sopraffatto il vecchio, anzi si è ben
integrato, abbellendo, nel restauro quanto il tempo ha tramandato ai posteri.
Un lento degrado però s'insinua tra le mura ... bisogna intervenire e, bisogna
far presto senza che ci siano colpevoli ritardi, senza che ci siano rimpianti
per cose perdute.
"Ci appartiene solo ciò che
possiamo offrire", recita un antico proverbio, a Parranno offrono tutto
ciò che appartiene ad una comunità modesta e semplice che, della propria
laboriosità ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Le antiche botteghe, dove si
mescolano tutti gli odori del tempo, servono solo per l'essenziale. La città è
una specie di piccolo museo e, offre al turista una visione fantastica del
passato medioevale. Parrano è una grande famiglia, qui nessuno è straniero.
Nella "trattoria" e nel
"caffè" si trovano ancora i "quartini", con l'ospitalità e
la cordialità che sono propri di questo antico borgo. E si degustano vini dal
sapore genuino e dai colori d'incanto. La cucina semplice, ha mantenuto
inalterata tutta la semplicità di una terra generosa che, non manca di regalare
i frutti di una natura ancora incontaminata.
La mattina all'alba, "al far
del sole", si aprono le porte, si spalancano le finestre, si scruta il
cielo per indovinare che tempo farà nella giornata. Si comincia a vivere, con
la semplicità di sempre, raccontando i sogni e, inizia un nuovo giorno uguale,
forse a quel passato, senz'altro diverso di quello a venire.
I Parranesi, maestri insuperabili
nell'arte di proteggere se stessi e il loro "piccolo mondo antico",
dai disastri della modernità, riusciranno probabilmente ad operare anche questo
miracolo: quello di concretizzare il sogno del "Terme" e di
accogliere un turismo più "elitario" e di conservare a livelli
accettabili il loro patrimonio ambientale. Questo, almeno, è quanto auguriamo a
loro, prima di tutto - e perché no - anche a noi!...
--------------------------------------Renato
Nenci------------------------------------------
Nessun commento:
Posta un commento